martedì 22 settembre 2009

Signalis de Fumos

Sabato pomeriggio sono riuscito a fare una "puntatina" al Milano Film Festival, per assistere alla proiezione di alcuni cortometraggi in concorso (quelli del gruppo F).
Solito piacevole fermento giovanile all'esterno del Piccolo Teatro di Milano, solito affollamento caotico all'interno. Un piccolo appunto: è molto fastidioso che le porte della sala vengano continuamente aperte durante la proiezione per far entrare gli spettatori in ritardo, e che le maschere seguitino ad accompagnarli al proprio posto continuando ad accendere e spegnere altrettanto fastidiose torcette bianche. Arrivano in ritardo: s'arrangino a trovarsi il posto, oppure si siedano nel primo posto libero, senza disturbare gli altri... Vabbè, soprassediamo.

Un fotogramma di Signalis (fonte: www.milanofilmfestival.it)

Cortometraggi visti:

Regila / On Leave
di Asaf Saban, Israele, 2009, 15'

Girato con mano sapiente, narra la storia del "ritorno a casa dalla guerra" di un giovane soldato, la cui famiglia non riesce ad interpretare il comportamento apparentemente distaccato. Il finale è spiazzante e "fastidioso", ma efficace. Com'è efficace il tentativo del trentenne regista israeliano di rivisitare "The myth of coming home, especially from a war zone", evitando i cliches del genere.
Voto: 8


Corredores de verano / Summer Runners
di Ana Guevara e Leticia Jorge, Uruguay, 2008, 14'

Storiella estiva di giochi proto-amorosi tra ragazzini di periferia. Sinceramente non c'ho trovato nulla di interessante; se non la riuscita ambientazione suburbana (anche la copia utilizzata per la proiezione, probabilmente di origine analogica, non aiutava certo ad apprezzarne la fotografia).
Voto: 5


Signalis
di Adrian Flückiger, Svizzera, 2008, 5'

Divertentissimo filmetto d'animazione girato in stop motion (con oggetti di plastilina) da un mio coetaneo svizzero. La storia è quella di un topolino che vive in una casa a tre piani, la cui vità è scandita dal noioso lavoro di accendere e spegnere luci rosse, gialle e verdi (la ripetitività dell'operazione s'interrompe soltanto nelle ore notturne, quando è la sola luce gialla ad essere in funzione, comandata da un automatismo intermittente, e il topolino può finalmente riposarsi). Sì, avete capito bene: il topolino vive all'interno di un semaforo, ed è responsabile in "prima persona" dell'accensione e dello spegnimento delle luci.
Un bel giorno, però, qualcosa va storto: il topolino (in seguito ad una serie di eventi fortuiti) dimentica acceso il "verde" e scatena un incidente che provoca la rottura del vetro del semaforo. Ma ciò gli consente di evadere dalla sua prigione quotidiana, scoprendo un modo tutto nuovo.
Geniale.
Voto: 8,5


Unknown Unknown(s)
di Mark Boswell, USA, 2009, 13'

Confuso "divertissement" sul tema dell'ecosostenibilità, pieno zeppo di omaggi al noir classico americano (con alcuni spezzoni di film hollywoodiani che vengono proposti con sottotitoli ironicamente "attualizzati") e alla nouvelle vague francese (con un sosia di Jean Paul Belmondo che vaga per un mondo virato in blu).
Sinceramente l'ho capito solo in parte: c'è troppa carne al fuoco perché sia realmente fruibile (soprattutto dallo spettatore medio). Però il montaggio è veramente, veramente, veramente interessante.
Voto: 7


Das Mädchen mit den gelben Strümpfen / The Girl with the Yellow Stockings
di Grzegorz Muskala, Germania, 2008, 6'

Storiella alla "cane e gatto" tra un ragazzo che chiede ripetutamente ad una ragazza di sposarla. E lei sembra provare un piacere sadico nel dirgli di no, per poi rivolgersi a lui dicendo "Chiedimelo ancora".
Bah... che dire... ben girato, buoni dialoghi, piacevole a vedersi. Forse piacerà alle ragazze. A me non ha lasciato nulla.
Voto: 4,5


Un'altra volta
di Piero Messina, Italia, 2008, 9'

Storia di due anziani che hanno deciso di stare insieme (senza, però, convivere) e si ritrovano quotidianamente al centro diurno del loro quartiere.
Piccolo particolare: non è un cortometraggio. Semmai è un documentario; però è girato coi piedi, senza la minima cura per nulla. E' un po' triste trovarsi 'sta roba in un festival internazionale, soprattutto per chi (magari) s'è fatto il sederino per mesi (tipo il regista di Signalis) per confezionare un prodotto tecnicamente valido.
Nonostante ciò, la visione è piacevole.
Voto: 6


Bilancio della proiezione: tutto sommato ne valeva la pena, anche se l'unico cortometraggio di cui parlerò in giro sarà sicuramente Signalis.

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