venerdì 31 ottobre 2008

Addio, nastrino... ("Ma non potevi venire con...")

Un po' di tecnica, oggi (non guasta mai...).
Domenica scorsa ho visitato la 25esima edizione della fiera Foto Show Professionale a Brescia.
Nulla di eccezionale, per la verità. Gli stand occupavano circa metà del padiglione, già di per sè non grandissimo. L'atmosfera era un pochino dimessa, e aleggiava quel vago sentore di provinciale che la Leonessa riesce difficilmente a togliersi di dosso. Per fortuna parcheggio e ingresso erano gratuti.
Entro e mi trovo davanti lo stand Panasonic, unica vera attrazione, per me, della fiera.
Venivano esposte, tra le altre cose, le nuove videocamere AG-HMC151E e AG-HMC71E, entrambe tapeless, ovvero senza nastro.

La prima è sicuramente un buon prodotto; è una palmare esteticamente molto simile alla già diffusa e apprezzata (anche dal sottoscritto seppur con qualche riserva) AG-HVX200, con la differenza che non dispone di meccanica per la registrazione su nastro e che non registra sulle costosissime schede P2, ma su più economiche schede SDHC. La novità è proprio questa: l'utilizzo delle schede SD rende questa camera molto più economica e versatile delle sorelle maggiori, ciò senza pregiudicare troppo la qualità. Le caratteristiche tecniche sono di tutto rispetto: CCD progressivi da 1/3 di pollice, registrazione HD multiformato e frame-rate variabile e possibilità di utilizzare la gamma CineLike. Il codec video utilizzato (altra novità) è l'AVCHD, codec interframe molto più compresso e dunque meno prestazionale in senso assoluto del DVCPRO HD intraframe utilizzato su HVX200 e HPX171 (che arriva fino a 100 Mbps), ma comunque sufficiente a garantire prestazioni di tutto rispetto. Il bitrate massimo raggiungibile è di circa 21 Mbps (e a questo livello di compressione la qualità percepita è davvero ottima). In questa modalità di registrazione è possibile registrare 180 minuti di filmato su una SDHD da 32GB.
Altro vantaggio è che per trasferire i filmati sul computer è sufficiente inserire la scheda SDHD in un comunissimo slot SD ed eseguire l'operazione. (Mentre per le P2 non è certo così semplice...).

La seconda camera, l'AG-HMC71E è, come dire..., pensata per i videomaker squattrinati (ovvero la quasi totalità dei videomaker...).
Si tratta di una camera a spalla molto leggera (perché all'interno del goffo guscio di plastica sostanzialmente non c'è nulla), priva di ottica intercambiabile, priva addirittura della ghiera di messa a fuoco. Monta 3 CCD da 1/4 di pollice a scansione progressiva e, come la sorella minore HMC151E (nelle dimensioni, non certo nelle prestazioni), registra solo su schede SDHC. Niente nastro. Niente meccanica di registrazione. Niente, in questo caso, gamma CineLike e frame-rate variabile (segno che la macchina è pensata prevalentemente per produzioni televisive a basso budget o video matrimoniali). Il codec AVCHD raggiunge un bit-rate massimo di circa 13Mbps (contro i 21 della HMC151E). A livello di connettività la camera è discretamente equipaggiata: due ingressi XLR, uscita component analogica, USB 2.0. Manca (altra pecca) l'HDMI (presente su altri modelli).
Se il prezzo di questa annunciato si aggirasse veramente sui 2000 euro si tratterebbe ceramente di un buon affare, pur con tutti i limiti citati sopra. Il prezzo della sorellina 151 sarà sicuramente molto più elevato.

Rimango perplesso sulla praticità effettiva di queste camere in un mondo dove la maggior parte dei prodotti di fascia medio-bassa vengono ancora relizzati in SD e su nastro.
Esempio: sono di Poggibonsi, mi chiamano a Bardonecchia per fare delle riprese. Parto con la mia fiammante camera AVCHD. Faccio bella figura, perché gli altri colleghi usano ancora la DVX100 con lo "stupido nastrino". Arrivo. Riprendo. Finisco. "Ok, il montaggio lo facciamo in studio, lasciami la cassetta!". "Ehm... cassetta? Non c'è la cassetta... qui si usano schede SDHC". "Lasciami la scheda SDHC!". "Ehm... non posso lasciarti la scheda SDHD da 32 Gb, mi serve domani per un lavoro a Molfetta. Vengo in studio con te e scarichiamo il filmato!". "Il mio studio è a Sondrio, non a Bardonecchia... ci tornerò dopodomani". "Va bene, aspetta, prendo il portatile, ti scarico il filmato e te lo copio al volo; hai percaso un hard disk esterno?" "No, mi spiace..." "Ah... ok..." "Che si fa? Io devo andare a cena con i fotografi..." "Senti, torno a Poggibonsi, scarico su una cassetta e te la spedisco con corriere espresso". "Va bene, va bene.. ma... non potevi venire con una DV-CAM?"

martedì 28 ottobre 2008

Modifiche

Leggere modifiche al blog.
E' stata attivata la possibilità di commentare i post, è stato aggiunto un contatore delle visite (funzionante da oggi) e, dulcis in fundo, si è pensato di inserire un piccolo passatempo per chi trascorrerà ore del suo tempo leggendo il blog (tra l'altro, è una citazione da un film BF, qualcuno si ricorda quale?).

lunedì 27 ottobre 2008

Secondo premio al Brevis!

Vi comunichiamo con soddisfazione che "La fine del sogno" ha vinto il secondo premio al concorso nazionale di scrittura essenziale Brevis.
Il link alla pubblicazione (in pdf) con le opere vincitrici e le foto della premiazione (e, tecnica permettendo, anche il video), prossimamente sul blog.
Ecco, intanto, il filmato.


Se non riuscite a visualizzare correttamente il filmato oppure il caricamento è lento andate su:
http://it.youtube.com/watch?v=sNtvEivOC5A

Ora due doverose parole sul video.
Alcuni anni fa ho avuto l'occasione fortuita di poter visitare una sala cinematografica abbandonata da anni. Non avendo il tempo per pianificare nulla (sono riuscito giusto a caricare mezza batteria della camera), ho fatto soltanto alcune riprese a mano, lasciandomi trasportare più dalle emozioni del momento che da un disegno preciso.
Il materiale è rimasto per anni in un cassetto, senza mai essere montato, forse perché la tentazione del "montaggio strappalacrime" (mi viene già in mente la musica morriconian-melensa) era troppo forte, e volevo resistervi.
Per dare un senso a quelle riprese sarebbe servito un approccio diverso, più freddo, meno "sentimentale" ma, a mio avviso, più vicino alla realtà.
"La fine del sogno" è nato così, cercando un'altra via, che se non è necessariamente disgiunta dalla prima ne è forse la prosecuzione naturale.
Ora la smetto perché sto già diventando criptico.
Mi limito a invitarvi a leggere la "presentazione" del filmato che mi hanno chiesto di scrivere per l'antologia di Brevis, forse più consisa e comprensibile della mia ermetica introduzione.

Una sala cinematografica dismessa.
Il tempio della "fabbrica dei sogni" divenuto monumento, dimenticato come la gioventù di chi l'ha vissuto e si ostina a ricordarne i fasti con nostalgia. E' un ricordo viziato, una malinconia appannata: dal tempo che passa e dai tempi che cambiano, dall'uomo che invecchia e dagli uomini che hanno smesso d'illudersi.
Buio, frammenti di pellicola bruciata: lo spettacolo è finito. Non è più tempo di sognare: è finito il sogno.
La fine del sogno.

Rimane solo lei, la sala, il cinema, il tempio-divenuto-monumento, relegato per sempre all'oscurità.
La sua voce ruvida, stanca, che si solleva rimanendo a mezz'aria, come la polvere sospesa tra palco e platea, mossa soltanto dall'eco lontano degli applausi di un pubblico perduto.

La voce della "sala" è di Andrea Castello (che mi ha fatto veramente piacere nell'essere presente alla premiazione); la musica è di Christian Ryder (a cui avevo chiesto di comporre un pezzo nuovo appositamente per questo filmato, progetto poi abortito perché una sua precedente composizione, "La struttura", si rivelò perfetta per l'atmosfera che si cercava di creare).

Uno dei motivi principali per cui è difficile dire qualcosa di nuovo quando si affronta il tema della "sala-cinematografica-vittima-del-progresso" (attenti che tra non molto tocca alla tv... "Internet killed the video star...") sta nel fatto che questa storia è stata già raccontata, come meglio non si poteva.

sabato 25 ottobre 2008

Brevis - premio nazionale di scrittura essenziale

Tra poche ore mi recherò a Barbariga (Bs) per la premiazione del concorso letterario nazionale Brevis, al quale ho partecipato anch'io con un filmato (avendo scoperto quasi per caso che si trattava di una competizione letteraria nel senso classico del termine, ma era aperta anche a generi più "moderne", quali la "vignetta satirica", l'"sms" -geniale, questa-, l'haiku e -last but not least- il cortometraggio.
Maggiori informazioni prossimamente.

giovedì 23 ottobre 2008

"I due lati della cosa" - 1

Inauguro la pagina degli "interventi esterni" (che brutta definizione...) pubblicando uno scritto del mio amico Christian Ryder, collaboratore "storico" della BF, che, tra le altre cose, nel 2004 mi "regalò" alcuni frammenti dei suoi pezzi per completare la colonna sonora de "I due lati della cosa". Mi ero riservato di parlare di questo mediometraggio più avanti, magari dopo averne pubblicato su youtube almeno il trailer; ma la mail di Christian, che è associata a questo lavoro, ma solo in parte, mi ha fatto cambiare idea.
E' opportuna, però, una breve premessa.
Il 2 dicembre 2004 abbiamo avuto il piacere (diciamo pure l'onore - non so quante altre volte mi/ci capiterà una cosa del genere) di presentare un mediometraggio, in questo caso "I due lati della cosa", all'interno della Multisala King di Lonato (Bs) in una "vera" sala cinematografica da 450 posti, tra l'altro gremita fino all'orlo. Pochi sanno che il film fu realizzato "su commissione", nel senso che mi misi a pensarlo, a scriverlo e a girarlo perché l'amico Matteo Saradini mi chiese di realizzare qualcosa di breve e leggero, che stemperasse gli animi, per fare da traino al suo atteso lungometraggio "Brescia uccide" (film su cui mi riservo di tornare), che veniva presentato proprio il 2 dicembre.
Christian ha pensato di "passare in moviola" i ricordi offuscati di quella sera (ormai inesorabilmente, e un po' tristemente, lontana), di metterli per iscritto e di regalarceli. Gli sono riconoscente per questo (non ho nemmeno una fotografia di quell'evento), soprattutto perché credo di aver condiviso con lui, seppur per motivi diversi, la sensazione (la convinzione?) che quella serata abbia rappresentato per molti di noi un momento importante, un momento di cesura, di cambiamento, dal quale sarebbe iniziato qualcosa di diverso, non solo dal punto di vista universitario e professionale, ma anche... come dire... umano. Avete cinque minuti? Andate a riascoltarvi The end of the innocence di Don Henley (un capolavoro assoluto), e capirete meglio di che sensazione sto parlando. Non vado oltre per non togliere spazio alle parole di Christian.
Vi basti sapere che la Baedogno Films non si è ancora totalmente ripresa da quella serata. Quell'"in attesa di tempi migliori", che leggete nell'intestazione, ha forse avuto origine da lì.

Quello che ci accade rimane in qualche modo impresso, scolpito nel tempo, alla stessa maniera delle immagini che ci regala il cinema? Credo che la risposta sia no. Motivo per cui vorremmo tutti quanti lasciare un segno.
Questo è uno dei tanti.
Allora, è il 2 dicembre. Siamo nel 2004.
Ho lasciato Brescia, per sempre. Non potevo fare altrimenti. Qualcuno non ce l’ha fatta, se ne è innamorato, prenderà persino la residenza.
Ricordo che sono passato a prenderti, ma dove esattamente? Di certo sono partito all’ora in cui dovevo essere già arrivato sul posto per l’appuntamento.
Di quello che mi passa in mente mi risulta difficile passare in moviola e cucire i fotogrammi senza “disturbi” immaginifici (il che è come citare La veridicità del Ricordo), ma ci proverò. Siamo alla scena successiva. Però non si vede un granchè.
Nebbia, un inferno di nebbia. Di quella pericolosa. La sera della prima del nuovo film di Bedogna, "I due lati della cosa", ci perdiamo in una fitta marea di nebbia. Strade Perdute. “Funny How Secrets Travel…I’d start to believe…If I were to Bleed…”. A momenti guido con la testa fuori dal finestrino (no, quello era in The Blues Brothers). Autostrada A4, uscita Desenzano, direzione Castiglione delle Stiviere. Eccoci, Multisala King. Questa cittadina si chiama Lonato.
Non so come, ma ne veniamo fuori, dopo una serie di inversioni di marcia e stradine immerse nel nulla della campagna. Roba da finir secchi in un fosso. Ho l’impressione che fossimo esasperati, soprattutto tu.
Questa sera c’è anche l’atteso primo spettacolo di "Brescia Uccide" di Matteo Saradini, ma io (anzi, noi) siamo lì principalmente per Vittorio. Mi ha chiesto di inserire tre brevi sequenze di alcune mie canzoni nella colonna sonora del suo film. Una di queste doveva essere particolarmente insulsa e “da stronzi”.
Nonostante tutto siamo persino in anticipo. Parcheggiamo e restiamo a lungo in auto. Fuori fa freddo e c’è molta umidità. Ci guardiamo negli occhi, a volte, e parliamo poco.
Rifletterò a lungo sul fatto che quella sera diversi di noi avessero il cuore letteralmente diviso in due.
Eccolo Vittorio! Scendiamo dal’auto. Impeccabile, ci accoglie ringraziando timidamente, un po’ impacciato. Ha un’aria umile, che è in assoluto il miglior atteggiamento che potrebbe mai possedere un artista valido. (ci sono anche i pòer màrter, quelli che vanno soltanto cercando consensi).
Pian piano la nostra gente arriva, tutti eleganti e sorridenti come in una Premiere ad Hollywood. Toh guarda, c’è anche chi cerca consensi. Pacche sulle spalle, risate, tormentoni, qualche “Castelloooo” urlato a squarciagola e altro.
Finalmente la magia. Il film comincia. Una piccola favola, semplice quanto godibile e divertente (ricordo la scena di Scalì con gli stivaletti che fanno cik ciek cik ciek; Vittorio tempo dopo mi disse quanto era impazzito in post produzione per rendere perfetta la sonorizzazione, lagnandosi delle sfumatore di un lavoro minuzioso che i più probabilmente non avevano colto).
Passa la mia musica e la mia brevissima comparsata nella scena della palestra. In quel momento ti volti e mi sorridi. E’ come se mi avessi fatto un piccolo regalo.
Partecipiamo alla gioia del regista che si merita gli applausi della platea.

L'autore di questo testo è Christian Ryder, compositore, musicista, regista di cortometraggi e amico. Non perdete l'occasione per dare un'occhiata al myspace del suo gruppo, i TourDeForce, e al loro canale youtube.

lunedì 20 ottobre 2008

"Sua maestà il Barocco"

A proposito del festival "Le Dieci Giornate", ho pubblicato su youtube "Sua maestà il Barocco" (per "Jazz, l'intepretazione creativa" ho ancora qualche ripensamento, credo ne pubblicherò solo un trailer).
E' stato girato con l'ausilio di un artigianale blue screen (mio secondo esperimento in tal senso; mi riservo di rispolverare il primo, molto più datato e davvero "pionieristico" per l'epoca - era il 2000).
Per i costumi barocchi, per l'impagabile impegno disinteressato e per l'ottima interpretazione (non è certo facile recitare "a vuoto" - guardare il filmato per credere) devo ringraziare il prezioso Giorgio Locatelli. Sono debitore anche con il CG2000 di Chiari per avermi messo a disposizione una sala di dimensioni adeguate. Grazie anche, per l'idea, a Silvia Cascio (la quale tende sempre a prendersi più meriti di quanti non ne abbia, però devo umilmente ammettere che l'idea - geniale - che "Sua maestà il barocco" sia un UOMO è sua).
Prima di vedere il video leggete queste due righe:
Com'è nato il sistema tonale? Per mezzo di una lenta, progressiva evoluzione come sta scritto sui libri di storia della musica o da un fulmineo, inaspettato lampo di genio?
Le gesta di "sua maestà il barocco" vi faranno riflettere a riguardo, aiutandovi a scegliere la tesi più plausibile.



Se non riuscite a visualizzare correttamente il filmato oppure il caricamento è lento andate su:
http://it.youtube.com/watch?v=jjpgyY7RgwI

Il video in origine doveva essere muto (l'installazione non prevedeva una diffusione sonora; in caso contrario avrei pensato ad aggiungere un'adeguata sezione di effetti - magari posso farlo comunque, in un secondo momento). Nonostante ciò ho voluto aggiungere comunque un commento musicalee, e ho scelto senza pensarci troppo il primo movimento dell'Overture (sì, l'inizio, in pratica) di "Music for the Royal Fireworks" di Haendel, uno dei miei pezzi barocchi preferiti. L'incedere austero e trionfale della composizione (realizzata per festeggiare la fine della Guerra di successione austriaca) si sposa piuttosto bene con le movenze plastiche e un po' comiche (su mio incauto suggerimento) di "Sua maestà il Barocco". il video può sembrare noioso, ma consideratelo come "videoarte" (veniva proiettato "in loop" in una struttura che ospitava altri eventi), e non come cortometraggio. Buona visione.

martedì 14 ottobre 2008

"Le dieci giornate"

Dopo l'apertura del blog e la breve presentazione, eccoci al primo post. Bando ai convenevoli.
Dal settembre si è svolto a Brescia il festival musicale "Le Dieci Giornate". Io e altri sventurati siamo stati contattati dall'organizzazione per realizzare filmati e fotografie (di genere/tipologia/durata non meglio specificati) inerenti al tema di ogni giornata.
A me ne sono toccati due: "Jazz, l'interpretazione creativa" e "Sua maestà il Barocco" (su quest'ultimo dapprima ero un po' scettico ma poi è saltata fuori un'idea carina).
I vari filmati (dieci in tutto) sono stati inseriti in una sorta di installazione artistica composta da televisori usati accroccati l'uno sull'altro (un pochino trash, in verità). L'"aggeggio" travava posto in posizione visibilissima all'interno di una tensostruttura montata al centro di Piazza Loggia, a Brescia, sede anche di buona parte degli eventi del festival (trovate qui il programma completo).



Sopra, l'accrocchio di televisori usati. L'aspetto era un po' povero in versione diurna. Di notte, invece, con luce soffusa, l'effetto migliorava parecchio.
Vi faccio dare un'occhiata, anche se non è un gran che, all'articolo pubblicato sul giornale di Brescia del 23 settembre 2008, riguardante appunto l'"installazione".



A presto pubblicherò i filmati realizzati.

Ergo sumus.

Ebbene sì, dopo millenni di pigrizia e ripensamenti abbiamo finalmente aperto un sito.
Proprio non di sito si tratta, è un blog. Ma è già qualcosa.
La prima idea di sito BF risale al lontano (informaticamente parlando) 2000 (o forse era addirittura il 1999). L'accrocchio fu progettato e realizzato con il modesto, ma semplice e versatile, Microsoft Publisher. La qualità era penosa (le fotografie si potevano inserire soltanto a 30 dpi, o qualcosa del genere), ma tutto sommato accettabile per l'epoca. Fu pure fatto un tentativo di upload, fallito a causa della nulla usabilità del nostro "prestante" modem 14,4 k... Bei tempi... altro che web 2.0... L'idea fu poi abbandonata, a causa soprattutto dei pressanti impegni scolastici. (Ma mi riservo di riuscire a ripescarne almeno l'home page...).
Il secondo tentativo risale al 2005. Trattavasi di sito vero e proprio, scritto con un software avanzatissimo di cui forse avrete sentito parlare: "Blocco note" (m'ero messo a smanettare con il codice html, "per vedere cosa c'è dentro"...). Ma all'entusiasmo iniziale, sulla scia del quale volevo inserire tutto, ma proprio tutto ciò che riguardava la BF, si è sostituito lo scoramento dovuto ai ricordi appannati, ai master S-VHS ormai inservibili, all'impossibilità di ricostruire un percorso organico.
Ho deciso dunque di inserire soltanto le cose nuove (visto che finalmente si sta ricominciando, a passo di lumaca, a produrre), magari farcendole con qualche piccola chicca del passato.
Buona visione, dunque. E buon divertimento.
Bud

Ps. Stiamo definendo la grafica del blog. Tra pochi giorni la potremo gustare in veste definitiva.

lunedì 13 ottobre 2008

Blog creato.

Blog in lavorazione. A presto.