mercoledì 30 settembre 2009

Notte Bianca a Brescia - 2

Rinnovandovi l'invito per la serata (e nottata) del 3 ottobre, riporto il comunicato del comune di Brescia relativo alla "Notte Bianca". Vi aspetto!

La Notte Bianca dell’Arte e della Cultura 2009
Fa’ che non sia sublime l’opera in sé ma che lo diventi attraverso il tuo sguardo emozionato e ricco di stupore

Notte Bianca: notte di rumori, di luci e di colori, notte di bellezza, di arte e di passioni, notte di cultura e di spettacolo, notte di vita e di esperienze
Notte Bianca: notte di rumori, di luci e di colori, notte di bellezza, di arte e di passioni, notte di cultura e di spettacolo, notte di vita e di esperienze da condividere con gli amici e con il prossimo che in questa notte ci tende la mano, in un interscambio continuo che vuole far dialogare generazioni, nazionalità e punti di vista, per un confronto che sappia far crescere.

Notte Bianca: una notte internazionale, che collega Brescia – unica città italiana, e unica città europea non capitale di stato – a Parigi, Bruxelles, Amsterdam, Madrid, Riga, La Valletta, Tel Aviv, Lisbona, Toronto e Miami.

Notte Bianca: una notte il cui filo conduttore si snoda attorno alle diverse forme dell’arte, in un percorso che attraversa la città, i suoi monumenti e le sue piazze, e che spazia dall’arte antica a quella medievale, da quella moderna a quella contemporanea, all’insegna di una contaminazione culturale assoluta e profondissima, per rileggere il volto di Brescia in modo nuovo e sorprendente.

Notte Bianca: una notte che viaggia sui quattro temi della luce, del tempo, della parola e della vita moderna, a creare quattro zone distinte in un passaggio continuo di sensazioni e impressioni, di suoni e di colori, attraverso i luoghi dell’arte e della storia bresciana.

Per approfondimenti consultate il sito: www.nottebiancabrescia.it

(fonte: www.comune.brescia.it)

domenica 27 settembre 2009

Gruppo GAC alla Notte Bianca di Brescia

Vi segnalo (un po' in ritardo, per la verità) che sabato 3 ottobre, durante la "Notte bianca" di Brescia si terrà un'esposizione del gruppo di pseudo-artisti GAC (di cui immodestamente faccio parte, e dunque parteciperò pure io) presso Palazzo Martinengo (storica sede delle mostre bresciane, di fronte al tempio capitolino di via Musei).

Ad essere sincero non so ancora, precisamente, che cosa esporrò.
Se avrò il tempo di dedicarmici proporrò una video-riflessione sull'"immaterialità dei ricordi nel mondo contemporaneo"... Solito tema astruso del Baedogno post-periodo deficioso, penserete? No, niente di tutto ciò... vi spiego tutto con una battuta (sacrosanta) di Beppe Grillo: "Un libro di Leonardo lo si legge benissimo ancora oggi, un file conservato su una cartuccia dei primi anni '90 è diventato illeggibile perché non esiste più il drive per decodificarlo". La mia intenzione sarebbe quella di estendere questo discorso alla fotografia e al video (un tempo conservavamo negativi, stampe positive e nastri; oggi salviamo su hard disk, cd-rom o dvd- rom, tutte tecnologie di comprovata inaffidabilità). Vorrei tradurre in video il concetto in base al quale i nostri ricordi (la nostra vita?), al tempo attuale, sono affidati non più a supporti analogici (sensibili), ma a labili, immateriali sequenze di bit, indecifrabili senza la giusta interfaccia. (Interfaccia... altro termine su cui sarebbe il caso di riflettere...).

Un hard-disk nelle sue varie componenti

Ok, bando alle ciance.
La mostra verrà inaugurata alle 19.30 presso la caffetteria di Palazzo Martinengo, e rimarrà aperta fino alle 2 di notte. Tutta la città pullulerà di eventi e manifestazioni culturali (più o meno) interessanti. Piazza del Foro, attigua al Palazzo, ospiterà tra le altre cose, in tarda serata, anche un concerto di Maya e di Francesco Renga.
Per maggiori informazioni vi rimando al sito della Notte Bianca.
Mi raccomando, vi aspettiamo numerosi!

Il tempio Capitolino di Brescia (Piazza del Foro)

martedì 22 settembre 2009

Signalis de Fumos

Sabato pomeriggio sono riuscito a fare una "puntatina" al Milano Film Festival, per assistere alla proiezione di alcuni cortometraggi in concorso (quelli del gruppo F).
Solito piacevole fermento giovanile all'esterno del Piccolo Teatro di Milano, solito affollamento caotico all'interno. Un piccolo appunto: è molto fastidioso che le porte della sala vengano continuamente aperte durante la proiezione per far entrare gli spettatori in ritardo, e che le maschere seguitino ad accompagnarli al proprio posto continuando ad accendere e spegnere altrettanto fastidiose torcette bianche. Arrivano in ritardo: s'arrangino a trovarsi il posto, oppure si siedano nel primo posto libero, senza disturbare gli altri... Vabbè, soprassediamo.

Un fotogramma di Signalis (fonte: www.milanofilmfestival.it)

Cortometraggi visti:

Regila / On Leave
di Asaf Saban, Israele, 2009, 15'

Girato con mano sapiente, narra la storia del "ritorno a casa dalla guerra" di un giovane soldato, la cui famiglia non riesce ad interpretare il comportamento apparentemente distaccato. Il finale è spiazzante e "fastidioso", ma efficace. Com'è efficace il tentativo del trentenne regista israeliano di rivisitare "The myth of coming home, especially from a war zone", evitando i cliches del genere.
Voto: 8


Corredores de verano / Summer Runners
di Ana Guevara e Leticia Jorge, Uruguay, 2008, 14'

Storiella estiva di giochi proto-amorosi tra ragazzini di periferia. Sinceramente non c'ho trovato nulla di interessante; se non la riuscita ambientazione suburbana (anche la copia utilizzata per la proiezione, probabilmente di origine analogica, non aiutava certo ad apprezzarne la fotografia).
Voto: 5


Signalis
di Adrian Flückiger, Svizzera, 2008, 5'

Divertentissimo filmetto d'animazione girato in stop motion (con oggetti di plastilina) da un mio coetaneo svizzero. La storia è quella di un topolino che vive in una casa a tre piani, la cui vità è scandita dal noioso lavoro di accendere e spegnere luci rosse, gialle e verdi (la ripetitività dell'operazione s'interrompe soltanto nelle ore notturne, quando è la sola luce gialla ad essere in funzione, comandata da un automatismo intermittente, e il topolino può finalmente riposarsi). Sì, avete capito bene: il topolino vive all'interno di un semaforo, ed è responsabile in "prima persona" dell'accensione e dello spegnimento delle luci.
Un bel giorno, però, qualcosa va storto: il topolino (in seguito ad una serie di eventi fortuiti) dimentica acceso il "verde" e scatena un incidente che provoca la rottura del vetro del semaforo. Ma ciò gli consente di evadere dalla sua prigione quotidiana, scoprendo un modo tutto nuovo.
Geniale.
Voto: 8,5


Unknown Unknown(s)
di Mark Boswell, USA, 2009, 13'

Confuso "divertissement" sul tema dell'ecosostenibilità, pieno zeppo di omaggi al noir classico americano (con alcuni spezzoni di film hollywoodiani che vengono proposti con sottotitoli ironicamente "attualizzati") e alla nouvelle vague francese (con un sosia di Jean Paul Belmondo che vaga per un mondo virato in blu).
Sinceramente l'ho capito solo in parte: c'è troppa carne al fuoco perché sia realmente fruibile (soprattutto dallo spettatore medio). Però il montaggio è veramente, veramente, veramente interessante.
Voto: 7


Das Mädchen mit den gelben Strümpfen / The Girl with the Yellow Stockings
di Grzegorz Muskala, Germania, 2008, 6'

Storiella alla "cane e gatto" tra un ragazzo che chiede ripetutamente ad una ragazza di sposarla. E lei sembra provare un piacere sadico nel dirgli di no, per poi rivolgersi a lui dicendo "Chiedimelo ancora".
Bah... che dire... ben girato, buoni dialoghi, piacevole a vedersi. Forse piacerà alle ragazze. A me non ha lasciato nulla.
Voto: 4,5


Un'altra volta
di Piero Messina, Italia, 2008, 9'

Storia di due anziani che hanno deciso di stare insieme (senza, però, convivere) e si ritrovano quotidianamente al centro diurno del loro quartiere.
Piccolo particolare: non è un cortometraggio. Semmai è un documentario; però è girato coi piedi, senza la minima cura per nulla. E' un po' triste trovarsi 'sta roba in un festival internazionale, soprattutto per chi (magari) s'è fatto il sederino per mesi (tipo il regista di Signalis) per confezionare un prodotto tecnicamente valido.
Nonostante ciò, la visione è piacevole.
Voto: 6


Bilancio della proiezione: tutto sommato ne valeva la pena, anche se l'unico cortometraggio di cui parlerò in giro sarà sicuramente Signalis.

martedì 15 settembre 2009

Digitale Extra-Terrestre

Apprendo dal sito di Digital sat che all'IBC di Amsterdam (importante fiera internazionale dedicata al broadcasting), un'azienda ha presentato un decoder basato sullo standard DVB-T2 (il successore del DVB-T, ovvero l'attuale standard di trasmissione del segnale televisivo digitale terrestre, quello che utilizziamo quitidianamente per vedere la tv digitale via antenna). Il nuovo standard promette prestazioni decisamente migliori rispetto al precedente, e dovrebbe garantire una migliore ricezione del segnale a parità di bit-rate (particolarmente utile per i segnali HD).


E voi direte: "Bello, ma che ce ne importa?".
Bah, ce ne importa abbastanza, perché il nuovo segnale (che prima o poi le tv europee adotteranno - in Italia sicuramente con grande ritardo, dato la nostra fisiologica lentezza su qualsiasi progresso tecnologico, ma in Gran Bretagna tra non molto, dato che, come riportato da Digital Sat, "Pace ha lavorato negli ultimi mesi a fianco dei tecnici della BBC [...] in modo da essere presenti sul mercato con un ricevitore in tempo per i Mondiali di Calcio in Sud Africa") è totalmente incompatibile con i decoder DVB-T attuali, quelli che il presidente Berlusconi ci ha caldamente "incentivato" ad acquistare.
Ergo, una volta che il nuovo standard entrerà "a regime" dovremo obbligatoriamente acquistare un nuovo decoder DVB-T2 (fortunatamente retro-compatibile con il segnale DVB-T), e i vecchi decoder DVB-T (compresi i rari DVB-T HD) finiranno in discarica.

Per approfondire la complessa questione, vi rimando a questo interessante topic sul forum di Av Magazine.

sabato 12 settembre 2009

Top Audio-Video

Segnalo a tutti gli appassionati di audio-video (soprattutto di audio, in realtà) l'evento annuale "Top Audio Video", giunto alla 22a edizione, che avrà luogo dal 17 al 20 settembre presso l'Atahotel Quark di Via Lampedusa, a Milano.


Si tratta di un'enorme esposizione di apparecchiature audio-video di produttori piccoli e grandi, con seminari, workshop, concerti, dimostrazioni di impianti e molto altro. Vi sono pure gli stand di riviste specializzate come AVMagazine o AF Digitale. Io ci sono andato diverse volte, e devo dire che, tutto sommato, ne vale la pena, anche perché l'ingresso è assolutamente gratuito, a patto di scaricarsi e stamparsi l'"invito".

Raggiungere l'Atahotel Quark non è difficile: a Milano, prendete la metro linea 2 (verde) fino alla stazione di Famagosta; da qui un bus navetta vi porterà (gratuitamente, ogni mezz'ora) fino all'ingresso dell'hotel.
Un consiglio: lasciate a casa le vostre mogli/amichette/amanti/fidanzate, potrebbero stufarsi da morire.

giovedì 10 settembre 2009

Il concorrente-parente ha urlato "deeeng"

Poche persone, al di fuori dei miei parenti più stretti, sanno che da piccolo giocavo a "fare" il presentatore.
Al termine di pranzi o cene di famiglia costringevo tutti i presenti a rispondere a decine, centinaia, migliaia di domande, urlando e incavolandomi brutalmente se si mostravano disinteressati o se per tre secondi facevano i cavoli propri.
Cominciai con il Rischiatutto (qualcuno, in famiglia, aveva l'edizione "in scatola" anni '70 - dev'esserci ancora in cantina). Poi scoprii il Trivial Pursuit e mi misi a giocare al Rischiatutto con le domande del Trivial (anche perché il Rischiatutto anni '70 che usavo proponeva questioni di grande attualità del tipo: Qual è il treno veloce che collega Milano e Roma? Risposta: Il Settebello; oppure: Quanti campionati del mondo di calcio ha vinto l'Italia? Risposta: 2).
Poi inventai un gioco "mio", che si chiamava "Il mascherato" (utilizzavo sempre le domande del Trivial), di cui non ricordo per niente le regole (forse perché non c'erano); ricordo soltanto che il vincitore doveva indossare una maschera nera, e che i concorrenti erano costretti ad ascoltare una sigla registrata da me (su un'audiocassetta) dove cantavo a squarciagola motivetti sconnessi.
Poi mi regalarono il quizzettone, che di bello aveva i pulsanti colorati elettronici (mi sembra sei) che venivano assegnati ad ogni giocatore per prenotare la propria risposta (che innovazione; prima costringevo i concorrenti-parenti ad urlare "deeeng" mimando la pressione di un inesistente bottone).

Poi diventai grande e tutto finì. O, meglio, i miei interessi mutarono; cominciai a capire che, piuttosto che il presentatore, preferivo fare il "cantastorie". In quello stesso periodo, più o meno casualmente, si concluse pure "Telemike", forse l'ultimo grande "quiz" televisivo italiano di stampo tradizionale. E il suo presentatore cominciò a perdere posizioni nella classifica dei miei miti. Ma, anche se nel frattempo veniva "superato" da Peter Sellers, Wim Wenders o Fabrizio Ravanelli, non cessava di destare in me simpatia e ammirazione, forse per quella sua capacità di ammettere i propri limiti (dopo l'ennesima gaffe: "Lo sapete che sono ignorante..."; "Avete ragione voi...") che me lo faceva sentire "amico".
Dunque addio, amico. E grazie.