giovedì 27 novembre 2008

Il suo nome è Conn, Dottor Conn

Una manciata d'ore fa il signor Sin Conn, collaboratore tra i più fedeli della Baedogno Films, acquisiva il titolo di dottore. Il sottoscritto e l'intera compagnia desiderano porgergli i migliori auguri per un futuro ricco di allegria e di soddisfazioni personali e professionali.

Due parole su di lui sono d'obbligo, anche se essere esaustivi richiederebbe un romanzo a puntate.
Sin Conn entra ufficialmente nella BF alla fine del 1995, in qualità di attore secondario, per "Il ritorno di Supercar", ma presto la sua sensibilità narrativa (derivatagli dalla passione per la lettura) lo porta a diventare fondamentale anche sul fronte della scrittura. Se il suo apporto in questo senso è apprezzabile ma marginale in lavori quali "Euak e Uak" (1996) e "Drillers - Smartellatori" (1999), diventa fondamentale in "Imago Daemonis" (2000) - mediometraggio purtroppo martoriato da varie difficoltà produttive. Tutti i film citati lo vedono anche come attore protagonista, nei primi due casi a fianco del compagno Joseph DelSintagma, con cui ha dato vita alla coppia comica più prolifica della BF.
Ma è in "Idiozia e sogno" (2003) e "I due lati della cosa" (2004) che la presenza oscura di Conn, quale revisore dei soggetti, diventa indispensabile; a lui si deve il districamento di molti snodi narrativi "inceppati", tanto da valergli il soprannome di "azzeccagarbugli". Gli esempi a proposito si sprecherebbero. Mi va soltanto di citare la scena della festa finale di "Idiozia e Sogno" (a tutt'oggi uno degli episodi meglio riusciti dell'intera produzione BF), che fu una sua idea.
Ma la cosa più curiosa, che pochi sanno, è che Sin Conn è presente nel primo, primissimo lavoro BF, realizzato addirittura il giorno stesso la fondazione della compagnia, il 14 dicembre del 1993.
Questo mi/ci ricorda che tra meno di un mese la Baedogno Films compirà quindici anni... Tornerò sull'argomento tra poco.

lunedì 24 novembre 2008

L'"attrice-feticcio": Silvia Cascio

Pubblico con piacere questo intervento di Silvia Cascio, collaboratrice della Baedogno Films dal 2003, nonché "mattatrice" di uno dei film BF più "famosi" (sicuramente quello che tutti ricordano con più affetto), "Idiozia e sogno".

L’attore si definisce “feticcio” quando diventa una rappresentazione del regista, il suo braccio più lungo, la sua gamba più veloce. E’ il prodotto umano, in carne ed ossa, della fantasia del regista, prodotto attraverso il quale può rappresentare, in modo più o meno veritiero, se stesso sul grande schermo. La storia del cinema è costellata di rapporti speciali tra attori e registi, pensiamo a John Wayne che percorre il vecchio west per John Ford, le bionde glaciali di Alfred Hitchcock, attrici diverse ma che sostanzialmente sono sempre la stessa donna, levigata ed elegante all’esterno e diabolicamente inquietante all’interno. Marcello Mastroianni per il regista Federico Fellini, una sua versione più bella, più libera e rilassata, Robert De Niro per Martin Scorserse o ancora Johnny Deep per Tim Burton.
Fin qui abbiamo fatto solo grandi nomi, ma c’è da dire che il cinema è sempre cinema, sia che venga prodotto da grandi case di produzione cinematografiche sia che venga realizzato da un gruppo di amici che, per passione, investono due risparmi e un po’ del loro tempo per raccontare una storia. Anche nel cinema indipendente, come nel grande cinema, ritroviamo gli stessi meccanismi che rivediamo sullo schermo.
E’ il caso di Vittorio Bedogna, che dall’inizio della suo carriera, ha sempre rappresentato nei suoi lavori un personaggio ben preciso: buffo, curioso, stupito dalla vita, in cerca di qualcosa, un po’sbadato e pasticcione ma sincero e trasparente, un personaggio che agisce per passione, agisce solo “per il gusto di farlo”. Nei primi anni della Baedogno Films il titolo di attore-feticcio apparteneva senz’altro a Joseph Del Sintagma, che, in coppia con Sin Conn, ha dato il meglio di sé per rappresentare gli anni adolescenziali del regista clarense; anni caotici, strampalati e costellati di strani personaggi. Con l’avvento del nuovo millennio però le cose sono cambiate. L’esperienza universitaria e una serie di incontri-scontri, hanno fatto di me la successiva attrice-feticcio della Baedogno Films, ruolo un po’ straniante, dato che mi ritrovavo ad essere sostanzialmente una versione al femminile di Joseph Del Sintagma!
Nell’arco di due anni, ho avuto l’onore e il piacere (uniti ad una grande forza di sopportazione per far fronte agli umori neri del regista) di lavorare in tre prodotti BF (un cortometraggio rimane a tutt’oggi inedito a causa di misteriosi intoppi di produzione). Cosa posso dire di questa esperienza? Sono stata sedotta e abbandonata! Prima risucchiata nel fantastico mondo della Baedogno Films, un po’ come Dorothy nel mondo di Oz, ho dato vita come meglio potevo al lato divertente, idiota, riflessivo e poetico del regista. Il mio colore preferito, per volere del direttore della fotografia, amabile Giulio Nicolis, era l’arancione: vita, sole, divertimento… evviva! Dopodichè, il buio, un arresto senza ripresa, un’abbandono irreversibile, nessun altro film… sigh!
Ma, chi lo sa, forse il tempo degli attori-feticcio è finito, e forse, adesso che ci penso, è anche un po’ rischioso continuare ad essere attore-feticcio, soprattutto per un regista come Bedogna! Sul set era tirannico, lunatico, schiavista, si moriva di fame, di sete, di caldo, di sonno! Un incubo! Basta, ho deciso, da oggi diventiamo… colleghi!
E anzi, vi aspettiamo numerosi alla nostra prossima mostra a Brescia (tempi e luoghi da definire), dal titolo “Gratis”, con due videoinstallazioni sulla tematica del mondo del lavoro. Troverete tutti gli aggiornamenti prossimamente su questo blog!

Silvia Cascio


Qui sopra, la squadra di "Idiozia e sogno": da sinistra, Francesca Broli; Giulio Nicolis; Vittorio Bedogna; Silvia Cascio; Claudio Smussi (mancano gli attori Massimo Gazzara e Giorgio Locatelli). La foto è stata pubblicata su Il giornale di Brescia nel 2003.

Ps. Sugli "anni caotici e strampalati, costellati di strani personaggi" (immagine lucida, azzeccatissima, quasi poetica, che mi colpisce per quanto corrisponde alla realtà) mi riservo di tornare con altri post (nrd).

domenica 23 novembre 2008

"I due lati della cosa" - 4

Vi avevo promesso un estratto della trasmissione "Luci della città" di Brescia Punto.Tv, con l'ampio servizio sul Festival di Cinema Amatoriale di Collebeato (Bs) e le immagini de "I due lati della cosa".
Eccovi accontentati. Ho volutamente tagliato la mia intervista, per preservare la vostra retina e i pixel del vostro monitor...

martedì 18 novembre 2008

Antologia premio Brevis

E' stata finalmente pubblicata sul sito di Brevis (concorso al quale la Baedogno Films si è aggiudicata il secondo premio - sezione cortometraggi - vedi post precedente), l'antologia con i testi dei vincitori. Il file, in formato pdf, è scaricabile a questo indirizzo.
Per i più pigri, pubblico le pagine che mi riguarda.



Non sono ancora riuscito a reperire le foto della premiazione (il sito indica che verranno pubblicate prossimamente).

lunedì 17 novembre 2008

"I due lati della cosa" - 3

Il montaggio e la sonorizzazione de I due lati della cosa (particolarmente laboriosa) furono ultimati solamente il giorno prima della presentazione, tenutasi il 2 dicembre 2004, di cui si è già parlato in un post precedente. La serata ebbe un discreto seguito da parte della stampa. L'amico Piero Galli ne scrisse una recensione sul suo sito (con lo stile spietato, sincero, sarcastico e accattivamente che lo contraddistingue); purtroppo, però, la pagina non è più disponibile.
Come ho già detto, mi riservo di parlare di Brescia Uccide più dettagliatamente.

Vi fu poi una seconda proiezione all'Università Cattolica di Brescia, organizzata dal sottoscritto invitando a partecipare anche l'amico Federico Floridi che presentò Mille/1000, un suo mediometraggio realizzato con il contributo del festival Filmmaker di Milano (dal quale era stato sovvenzionato dopo la vincita di un premio).
La stampa seguì l'evento e ne uscirono un articolo sul Giornale di Brescia, uno su Bresciaoggi e uno sulla rivista Presenza replicato tale e quale sulla Voce del Popolo.
Lisa Cesco di Bresciaoggi fu l'unica a capire (o a non far finta di non sapere) che ero stato io ad organizzare l'"evento", e non l'università. Si merita che il suo articolo, che si scosta un minimo dal freddo stile istituzionale di tutti gli altri, venga fatto leggere anche a voi.


Il film vinse poi il Premio della Giuria Popolare al Festival Intercomunale di Cinema Amatoriale di Collebeato (Bs). Ricordo bene che la proiezione fu anticipata al pomeriggio in segno di lutto nei confronti di Papa Wojtyla, scomparso pochi giorni prima e di cui si sarebbero tenuti i funerali la sera stessa. La sera della premiazione era presente Punto.Tv di Brescia, che poi confezionò uno speciale molto ben fatto (ne posterò uno spezzone appena possibile).

Una versione sportivissima del film, tagliata di ben 8 minuti per rientrare nel limite dei 20 consentiti, partecipò al Ciclo Film Festival di Brescia, vincendo il terzo premio. [Il sito del Festival che conteneva tutti i riferimenti, è al momento off-line].
Riporto comunque la motivazione della giuria:

Il film si distingue per originalità e vivacità nella trattazione del tema: sia per la scelta dei contenuti dell'articolata sceneggiatura, sia per [illeggibile] del linguaggio utilizzato. La realizzazione, pur con qualche pecca di ritmo nella costruzione degli snodi drammaturgici, risulta gradevole per la scelta azzeccata del registro comico.

La sera della premiazione era presente ReteBrescia, che realizzò uno speciale lunghissimo, in cui si poteva vedere buona parte del mediometraggio. ReteBrescia, che notoriamente sfrutta le proprie produzioni fino all'inverosimile, lo mandò in onda centinaia di volte per riempire buchi di palinstesto, anche sul satellite agli orari più disparati. Mi capitò un paio di volte di mostrare il corto a gente che mi disse: "Ma io l'ho già visto l'altra notte su ReteBrescia...". Oppure: "Ma sta cosa non passava sul satellite?".

La versione definitiva de I due lati della cosa, con piccoli tagli di montaggio, venne preparata qualche mese più tardi e fu proiettata al Museo di Scienze Naturali di Brescia nel giugno del 2005 in occasione della rassegna Visioni, promossa dalla II circoscrizione di Brescia e dall'Associazione Tina Modotti. Coordinatore dell'evento fu l'amico Giulio Nicolis, vecchia conoscenza della BF. In occasione uscì un altro articolo interessante.


Ebbi poi il piacere, nell'aprile del 2006, di mostrare il film presso la Casa del Popolo -detto così suona veramente come Peppone e don Camillo- del circolo Arcibassa di Gussola (Cr), in occasione di una rassegna di cortometraggi di autori indipendenti. Per la prima volta, durante il fantozziano (ma interessantissimo) dibattito post-proiezione, mi fu posta la domanda: "Perché hai fatto un film sulle biciclette?". Finalmente potei parlare -non l'avevo mai fatto- dell'"equazione iniziale".

venerdì 7 novembre 2008

"I due lati della cosa" - 2

Abbiamo parlato in precedenza de "I due lati della cosa", l'ultimo mediometraggio BF (anche se girato nell'ormai lontano 2004). E' forse il momento di approfondire l'argomento, magari dopo aver visto l'ultima versione del trailer.


Se avete problemi di visualizzazione oppure il caricamento è lento:
http://it.youtube.com/watch?v=NSC5t7RDbrI&

Come ho già avuto modo di scrivere in precedenza, fu Matteo Saradini a chiedermi di realizzare un corto/medio (di durata massima di 20 minuti; io sforai un pochino...) per fare da traino al suo Brescia Uccide. Quando ne parlammo per la prima volta Matteo mi sottopose alcuni suoi racconti. Ne apprezzai uno, in particolare, che era ambientato quasi totalmente su un'automobile. Poteva prestarsi degnamente ad essere portato su nastro, ma poi l'idea venne abbandonata quando mi venne l'idea iniziale per I due lati, uno dei classici colpi di fulmine che ti balzano in testa una vollta ogni tanto (ultimamente sempre meno spesso...).
L'idea è questa. Stavo ascoltando una canzone in dialetto bresciano, composta da Piergiorgio Cinelli (non ne ricordo il titolo), quando rammentai che un mio conoscente stava per sostenere un esame per mezzo del quale sarebbe diventato insegnante di step.
Eh... vabbè. "Insegnante di step", pensai. "Deve fare un esame per insegnare a qualcuno come salire e scendere da un gradino...". Cominciai ad elaborare la cosa. "Se quel tizio deve fare un esame per poter insegnare a qualcuno come salire e scendere da un gradino significa che c'è qualcuno che è disposto a farsi insegnare come salire e scendere da un gradino". E, poco dopo: "Questo qualcuno addirittura PAGA per farsi insegnare come salire e scendere da un gradino dal tizio che deve fare un esame per poter insegnare a qualcuno come salire e scendere da un gradino". Una breve traslatio mi portò dall'universo monolitico del gradino a quello più bucolico e poetico della bicicletta. Qualche piccola semplificazione e l'equazione risultante fu:
"Se è perfettamente logico che un abitante di una metropoli sia disposto a pagare per farsi insegnare come guidare una bicicletta ferma (spinning), allora è altrettanto logico che un contadino spilorcio possa organizzare un costoso corso di bicicletta su bucolici sentieri di campagna, se trova qualcuno disposto a pagarlo".
Attenzione: nessun giudizio di valore del tipo campagna=buoni sentimenti / città=degradazione morale. Gli abitanti della città s'iscrivono abitualmente al corso di spinning perché non sanno cosa sia una vera bicicletta, dunque per loro il corso su sentieri bucolici rappresenta qualcosa di evasivo, di alternativo, di (appunto) bucolico. Vedono il lato umano della cosa. Abboccano al tranello del contadino spilorcio, che della cosa ha percepito con arguzia solo il lato speculativo.
E siccome tutte le favole hanno una morale (e I due lati della cosa è stato -anche se a torto- definito più volte -e non da me- favola metropolitana) la prossima volta che il vostro portafoglio sta per cedere all'ultima offerta di GetFit, pensate per un secondo al contadino spilorcio.

Questo per quanto riguarda l'idea originaria del film. La stesura della sceneggiatura (travagliatissima, come sempre - un grazie al fedele Sin Conn per aver tentato con la solita perizia di metterci ordine) apportò ovviamente altri temi, anche molto diversi. Il "finale buonista" pensato per il film (quello definitivo non è perfettamente coincidente con la sceneggiatura originale) ne ha forse un po' offuscato il vero significato, che va cercato proprio nell'"equazione" di partenza.
Le riprese iniziarono nel maggio del 2004, per poi protrarsi fino a novembre, senza che la continuità ne risentisse più di tanto (nessuno se ne è mai lamentato). Questo non può che essere motivo di orgoglio, data la travagliata produzione e i tempi strettissimi. I miei ricordi della lavorazione sono frammentari e confusi... sarei felice se qualcuno che ha partecipato ne offrisse una testimonianza...